Il genere Labrus dà il nome alla famiglia, che nel Mediterraneo è rappresentata da circa venti specie, le quali si caratterizzano per livree di varia foggia.
Ha il corpo fusiforme, compresso lateralmente, con testa più lunga dell'altezza massima del corpo.
Le squame sono evidenti e se ne contano da 43 a 47 lungo la linea laterale, la quale è molto visibile e segue il profilo dorsale fino al termine della seconda dorsale, poi si abbassa repentinamente al centro del peduncolo codale.
La bocca ha labbra carnose e porta su ogni mascella, una sola fila di denti conici liberi. Sulle mascelle i denti sono robusti e sviluppati.
L'orlo inferiore del preopercolo è liscio. Quello posteriore, specialmente negli individui di grossa taglia, è quasi sempre liscio. L'occhio è piccolo e le narici, due per lato, poco appariscenti.
L'unica pinna dorsale conta un maggior numero di raggi spinosi e l'anale (anch'essa con tre raggi spinosi) è opposta e simile alla parte molle della dorsale.
La codale è corta e spatolata, le pettorali tondeggianti e le ventrali inserite in posizione toracica.
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N96 at 2010-03-19
La colorazione è molto variabile, distinguibile in tre tipi: verde, verde giallo mista e rossa.
Vi sono esemplari completamente verdi smeraldo, altri verde giallastri con una stretta fascia longitudinale biancastra, che va dal bordo posteriore dell'occhio fino alla coda e altri marmorizzati con tinta di fondo rosso vinacea o arancio e macchie bianche, senza tracce di verde e arancio con macchie e fascia bianca.
Le pettorali sono in genere gialle o verdi e le pinne impari della tinta del corpo e maculate. L'occhio ha iride arancione bordata esternamente di verde.
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E' una specie costiera e si trova su fondi rocciosi e sulle praterie di posidonie o in mezzo alle alghe, anche a bassissima profondità. I grossi esemplari preferiscono fondali più alti, intorno ai 15 metri e oltre.
Ha l'abitudine di riposare giacendo coricato su di un fianco. La riproduzione risente di un ermafroditismo proteroginico (la fase femminile è più o meno prolungata; gli individui superiori ai 38 cm sono sempre maschi) e avviene nei mesi di febbraio-marzo.
E' carnivoro e si ciba di molluschi, crostacei, anellidi e altri invertebrati. Si cattura con le gangamelle, con le nasse, i tramagli e abbocca facilmente alle lenze. Può raggiungere 45 cm di lunghezza, ma raramente si trovano esemplari superiore ai 37 cm.
Specie tipicamente Mediterranea è nota su tutte le coste italiane, ma mai molto abbondante.
NOMI DIALETTALI
GENOVA
laggiun, turdu d'aiga
LIVORNO
toredo, pappagallo
TERRARACINA
tordo
TRIESTE
liba
ROMA
pappagallo
NAPOLI
turdo, lazz'e spingule, petrusino
TORRE DEL GRECO
marvizzo.
ANCONA
limone marmorato
PESCARA
torde di mare
VENEZIA
sperga, donzela
CAGLIARI
turdu, turdu niedduzzu, nieddu, griva
OLBIA
roccal, turdulu
MOLFETTA
vreddesche
CORSICA
tordulu
BARI
durmo, pappagal
TARANTO
lappana, lappanedda
GALLIPOLI
sturnu
BRINDISI
rigina, lappana.
REGGIO CALABRIA
lapparu, lappara
CATANIA
turdu
MESSINA
turdu d'arca, lappara virdi
PALERMO
turdu d'arca, turdu virdi, turdu zitu
ORTONA
verdesche